Febbre da cavallo
Mitico, vogliamo spiegarci, più nei dintorni del Tevere che nel resto dello Stivale, dove peraltro strappò le sue oneste risate. A posteriori, si potrebbe considerare Febbre da cavallo quel film che compì una colorita staffetta tra la commedia classica all?italiana e le volute ?cafonate? bonarie del filone che sarebbe seguito, fatto di Alvari Vitali, Massimi Boldi, Jerry Calà e comicità ad uso e consumo di vacanza natalizia. Ambientato nello sbracatissimo sottobosco degli scommettitori da ippodromo (e non un ippodromo qualsiasi, bensì il romanesco ippodromo di Tor di Valle), Febbre da cavallo è la storia di una scalcagnato terzetto di puntatori ? Mandrake (Gigi Proietti), Er Pomata (Enrico Montesano) e Felice (Francesco De Rosa) - abili nel reperire denaro, agili nel puntarlo sui cavalli, infallibili nello scegliere quelli sbagliati, autentici fuoriclasse nell?indebitarsi. E nel trovarsi nei guai, ovvio. Come salvarsi dalle poco amorevoli attenzioni dei creditori? Sfruttando un?occasione d?oro: Mandrake assomiglia a un grande fantino, Rossini (Renzo Ozzano), che corre per la scuderia di un riccastro dal sangue blu, il conte Dallara (Gigi Ballista). Uno scambio di persona, qualche ?sporca? per combinare l?esito di una gara, e il gioco è (dovrebbe essere) fatto. Nel ruolo della fidanzata di Mandrake (anche lei in guai economici) Gabriella, Catherine Spaak. Il disco offre un essenziale fronte di lingue: audio in italiano, sottotitoli in italiano per non udenti. Gli extra comprendono, note biografiche e filmografiche del regista Steno (alias Stefano Vanzina) e dei due principali protagonisti, la trama con riferimento alle scene, i ruoli del cast, i crediti del cast tecnico ed un?intervista a Proietti, nella quale l?attore ricorda il perché di un successo come quello che Febbre da cavallo registrò, nell?ormai lontano 1976.